Fratel Biagio sperimenta a Monza l’allontanamento da una Chiesa
- La Missione
- 21 ago 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Certo, si è trattato di un disguido; è, tuttavia, giusto allontanare un fratello, uno di noi, sol perché non lo si conosce e non ne comprendiamo le intenzioni ?
Riportiamo il contenuto di GDS on line sull’argomento. “ Se ce lo diceva prima... Qui a Monza nessuno conosce fratel Biagio. Voleva prendere la parola prima che finisse la messa. Il sacrestano si è ben guardato dal cacciarlo fuori dal Duomo come hanno scritto avventatamente in molti, dalle nostre e dalle vostre parti. Glielo ha semplicemente impedito. Sa, in Brianza non siamo abituati a quel genere di abbigliamento, è probabile che la gente resti sulla difensiva. Biagio Conte sappia, però, che qui è il benvenuto;bastava presentarsi e concordare l’intervento”.
Un sacrestano ferreo come la leggendaria corona che cinse la testa di sovrani longobardi e imperatori del Sacro Romano Impero, che il Duomo di Monza ha in ventre, nella teca più importante del proprio tesoro. L’Arciprete della basilica brianzola, don Silvano Provasi, difende intenti e modi di quel sacrestano che nell’antivigilia di Ferragosto ha arginato l’impeto evangelico di fratel Biagio impegnato in queste settimane in un pellegrinaggio fuori dalla Sicilia.
Ad alcuni nostri fratelli che hanno avuto la possibilità di sentirlo Fratel Biagio ha voluto chiarie il suo pensiero: "Quello che è capitato fa parte del percorso che la Missione sta portando avanti e riguarda anche il cammino di testimonianza per le strade, ma soprattutto il cammino della fede e della vita. Fin dai tempi di Gesù, degli Apostoli e dei primi Cristiani, il cammino è stato caratterizzato da grandi segni e da momenti di incomprensione e non di accoglienza, che però sono utili per fortificarci nella Fede e per farci riflettere. Il cammino va avanti con Gioia, Fede, Speranza e Carità".
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